Dopo averla ammirata nei vari saloni e avere letto le recensioni sulla nuova Yamaha XSR 900, l'occasione è arrivata pure per me... non quello di un breve test ma una Long Run di oltre 1000 km.
Infatti la Yamaha mi ha fornito l'ultima nata della stirpe Sport Heritage, moto che segue filosofia Faster Sons unendo i concetti di modernità e passato, per arrivare a Stoccarda ad assistere al Glemseck 101, la manifestazione tra le più importanti del mondo cafe racer, dove le moto non sono solo messe in bella mostra, magari con lo sfondo dell'oceano ma vengono fatte correre sul nastro di asfalto in sfide dirette senza possibilità di errore.
L'estetica che prende spunto dalla "Faster Wasp" la special realizzata da Roland Sands e che si ispira al passato alla TZ 750 di King Kenny Roberts è anche il punto un pò dolente che fa discutere tanti appassionati, e sul gusto personale c'è poco da discutere.
La moto miscela in se diversi elementi Yamaha uno stile vintage abbinato ad una tecnologia d’eccellenza e osservandola si nota come la parte superiore è quella rivisitata in chiave retro mentre la parte sottostante , cioè la meccanica mantiene quella sua modernità. Mix che alla fine risulta vincente sia per l'estetica che per la guida.
Prima di salire in sella per partire gli giro intorno e la osservo con attenzione, anche perchè la moto che mi hanno fornito è in versione full optional con una serie di accessori presenti nel catalogo.
Le immagini non le rendono giustizia, la moto è ottimamente rifinita e il ridotto uso di plastiche sostituite da componenti in alluminio spazzolato che sia sulla cover del serbatoio che sul parafango posteriore e in vari supporti, danno le sensazione di autenticità. Tanti i dettagli preziosi: i dadi ben rifiniti che bloccano la cover serbatoio, il supporti del faro, le padane, la leva del cambio e il piccola strumentazione , singola la con tute le informazioni bel leggibili , anche gli specchietti che sono prodotti dalla rizoma sono davvero bene realizzati.
Considerando il prezzo di acquisto di meno di 10.000 euro, veramente c'è un elevato rapporto prezzo qualità.
La sella su due livelli con impunture a vista si lega perfettamente con il serbatoio, elemento protagonista, dalle forme ben studiate che nasconde una capacita di 14 litri, lo scarico nero opaco contrasta con il terminale in alluminio spazzolato della marmitta
Il motore è il tre cilindri in linea da 847 cc, 4 tempi raffreddato a liquido, architettura che riesce a unire le doti di coppia e potenza, 115 cavalli svelti e 8,9 kgm di coppia che spingono con decisione. Frizione antisaltellamento e ABS di serie e tanta anche l'elettronica iniziando da un acceleratore elettronico un sistema D-Mode che riesce a modificare il carattere della motore con tre mappature diverse per finire a un sistema TCS ( Traction Control System )
Le varie opzioni di Riding Mode e Traction Control hanno un feedback immediato con messaggi chiari e inequivocabili. Il TC ha 2 livelli di intervento differenti , disinseribile a piacimento con un funzionamento semplice senza piattaforme inerziali/giroscopiche : rilevando la velocità di rotazione delle ruote e le loro differenze.
Si ma il tempo passa e noi dobbiamo fare strada e io voglio vedere se questa moto cosi ben rifinita è anche divertente e speriamo comoda.
Le impostazione le lascio su tutto open, cosi per non avere false letture nelle sensazioni di guida.
La sella è alla giusta altezza, considerando che sono 1.86, anche lo sterzo è alla giusta distanza, si sta ben inseriti nella moto senza essere troppo caricati anche se la sella spinge un minimo sulla parte posteriore con una imbottitura rigida.
Ingrano la prima e alla prima manata del gas il motore fa sentire tutta la sua grinta, si impenna facile, il manopola del gas e leggeressima viene quasi voglia di fare il teppista urbano , ma con ancora 1000 km da fare preferisco non lasciarmi andare a miei più bassi istinti e mi concentro su posizione di guida e sensazioni .
Fianchi stretti e manubrio largo e alla giusta distanza , con il busto semieretto si ha un posizione rilassata e di peno controllo ben inserito nella moto.
Le sospensioni sono confortevoli anche se tarate piuttosto sul rigido cosi come la sorella MT09, quindi accompagnano bene la guida sportiva senza eccessivi trasferimenti di carico, su fondo sconnesso si sente la rigidità sullo sterzo con qualche vibrazione sullo sterzo .
Gli elementi moderni telaio perimetrale, sospensioni e freni lavorano in perfetta armonia rendendo la moto molto precisa nella guida e con inserimenti in curva molto rapidi ma in piena sicurezza che ti spingono a piegare anche qualcosa in più del dovuto, qui le gomme Bridgestone hanno fatto valere l'ottima struttura e mescola senza mai accennare a perdite di aderenza .
Il motore è davvero grandioso, risponde pronto ad ogni apertura del gas e nella mappatura A è forse un pò brusco, quindi se si guida in maniera rilassata e ci vuol far trovare impreparati è consigliabile la Standard che elimina qul pizzico di cattiveria che può dare fastidio, mentre sul fondi viscidi c'è anche la mappatura da bagnato che pur non togliendo potenza eroga la sua potenza in maniera più piatta
L'impianto frenante ha una buona potenza e abbastanza modulabile mentre l'abs quelle poche volte che è stato chiamato in causa lo ha fatto in maniera poco invasiva , quasi come se fosse un avvertimento che il ritmo si alzato un pò troppo il limite.
Una volta che mi sono tolto la curiosità che provare le moto nelle sue più ampie a potenzialità ho provato a giocare con le mappature
La prima del TCS, funzionale alla guida sportiva, ha un’azione limitata e poco invasiva al punto che permette alla ruota anteriore di staccarsi dall’asfalto con un taglio della potenza pressoché impercettibile. Lo step due, consigliabile in condizioni di asfalto a bassa aderenza, aiuta il motociclista alla prima esperienza ma risulta decisamente troppo invasivo anche in percorrenza di curva.
Il gruppo cambio frizione sembra lavorare all'unisono con comandi facile nell'inserimento e nell'uso anche se la grande progressione del motore non non necessità di numerosi cambi di marcia
Engine
Engine type 3-Cylinder, 4-stroke, liquid-cooled, DOHC, 4-valves
Displacement 847 cm³
Bore x stroke 78.0 mm x 59.1 mm
Compression ratio 11.5 : 1
Maximum power 84.6 kW (115PS) @ 10,000 rpm
Maximum Torque 87.5 Nm (8.9 kg-m) @ 8,500 rpm
Lubrication system Wet sump
Clutch Type Wet, Multiple Disc
Carburettor Fuel Injection
Ignition system TCI
Starter system Electric
Transmission system Constant Mesh, 6-speed
Final transmission Chain
Fuel consumption 5.2 l/100km
CO2 emission 120 g/km
Chassis
Frame Diamond
Front suspension system Telescopic forks
Front travel 137 mm
Caster Angle 25º
Trail 103 mm
Rear suspension system Swingarm, (Link type suspension)
Rear Travel 130 mm
Front brake Hydraulic dual disc, Ø 298 mm
Rear brake Hydraulic single disc, Ø 245 mm
Front tyre 120/70ZR17M/C (58W) (Tubeless)
Rear tyre 180/55ZR17M/C (73W) (Tubeless)
Dimensions
Overall length 2,075 mm
Overall width 815 mm
Overall height 1,135 mm
Seat height 830 mm
Wheel base 1,440 mm
Minimum ground clearance 135 mm
Wet weight (including full oil and fuel tank) 195 kg
Fuel tank capacity 14 L
Oil tank capacity 3.4 L
Avendo provato anche la 700 sarei quasi tentato di dire che questa moto ha pure troppa potenza per quello che deve fare e cioè divertire sui tratti guidati o farsi notare lungo le strade del centro.
I viaggio non sono il suo forte visto l'assenza di protezioni aerodinamiche che ti permettono di guidare a velocità fino ai 130 senza problemi per poi fare sentire la pressione dell'aria sul busto e casco.
I consumi sono ottimi segnando circa 15 Km con un litro, che devo dire sono modesti per il ritmo che abbiamo tenuto.
Quindi una bella moto cattiva per dare sfogo ai propri istinti e magari castigare qualche supersportiva sui passi alpini ( se ce la fai ti levi delle belle soddisfazioni ) e che puoi fare diventare veramente tua con il fornitissimo catalogo degli accessori che permette di farla diventare davvero una cafe racer con tanto di sterzo clubman
Quando lascio la XSR 900 ai magazzini Yamaha mi giro a guardarla e alla fine le devo dire grazie , mi ha fatto divertire portandomi in giro per l'Europa regalandomi delle belle sensazioni di guida
Un grazie a Yamaha per la fiducia che mi ha accordato.
Per il report sul viaggio vi invito a seguirmi e a comprare il prossimo numero di Ferro Magazine.
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